COMBATTIMENTI
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Se fosse possibile stilare un podio dell’orrore dei peggiori crimini commessi ai danni degli animali, i combattimenti clandestini occuperebbero verosimilmente la prima posizione.
Non si tratta, come si potrebbe pensare, di pochi combattimenti ma di un vero e proprio business che varrebbe ben tre miliardi di euro in tutta Europa. Un vero e proprio sistema che vede il reclutamento di cani randagi, ormai un milione in Italia, sottoposti a ogni genere di tortura e a “cure” farmacologiche per aumentarne l’aggressività. “Quello che stupisce – ha commentato il capo della squadra mobile di Genova, Marco Calì – è il cinismo nei confronti degli animali e […] la creazione di piccole palestre e vessazioni sistematiche per aumentarne l’aggressività”.
La legge italiana punisce l’organizzazione e la promozione di spettacoli o manifestazioni che provochino lesioni ad animali o li sottopongano a sevizie (art. 544 quater del codice penale) con la reclusione da quattro mesi a due anni e la multa da 3mila a 15.000 euro. La pena è aumentata se tutto ciò avviene in relazione all’esercizio di scommesse clandestine o comunque al fine di trarne profitto. È un delitto anche l’organizzazione di combattimenti di animali (art. 544 quinquies), per il quale sono fissate la pena detentiva da uno a tre anni e la multa da 50.000 a 160.000 euro.
Oltre a chiedere un aumento delle pene – non solo per gli organizzatori, ma anche gli scommettitori che alimentano questo business orrendo – la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente è in prima linea per combattere i combattimenti attraverso mirate azioni legali. Tra le iniziative la costituzione a parte civile, insieme a Enpa, a un processo a Urbino contro nove persone, imputate, in concorso, per aver promosso, organizzato e diretto il combattimento tra cani e cinghiali che si è svolto in un’azienda agricola di Cagli (Pesaro-Urbino), con l’aggravante di averlo filmato. Due degli imputati dovranno anche rispondere di maltrattamento nei confronti di un cane di razza dogo argentino e di maltrattamento aggravato per aver sottoposto un cinghiale “a sevizie e a comportamenti insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”, causandone la morte.
I nostri volontari si occupano, inoltre, di salvare e curare cani ex combattenti. Fra loro la splendida Sofia, che potete vedere nella foto di copertina, che nonostante il terribile passato che porta sulle spalle non ha mai perso il suo carattere d’oro: pacata e coccolona, sognava soltanto di passare gli ultimi anni della sua vita nella comodità del salotto di casa, invece che in una fredda e spoglia gabbia di un canile: il suo sogno si è finalmente avverato e grazie a LEIDAA ha trovato una famiglia meravigliosa!
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