“Quali iniziative intendano intraprendere” i ministri della Salute e dello Sviluppo economico sulla campagna “La stellina della carne bovina”, a seguito delle considerazioni esposte nell’interrogazione firmata dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ritiene “incongruo” promuovere un alimento classificato dall’Organizzazione mondiale della Sanità come “probabilmente cancerogeno per gli esseri umani”.
La campagna, realizzata da Rai Pubblicità per conto di Assocarni e del Ministero delle politiche agricole, è partita sulle reti della tv di Stato il 18 novembre scorso. Secondo l’interrogante, lancia messaggi che sviano il consumatore e appare “incongruente” con le risultanze scientifiche. Infatti nel 2015, ricorda l’on. Brambilla,“dopo aver analizzato 800 studi epidemiologici incentrati sulla relazione tra carni rosse e insorgenza di cancro, la IARC (International Agency for Research on Cancer), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha inserito le carni processate tra i “cancerogeni certi” (il cosiddetto gruppo 1, che comprende l’amianto, l’alcol etilico e il fumo, le radiazioni ultraviolette e il Papilloma virus), e le carni rosse (manzo, agnello, maiale e altre) tra le sostanze “probabilmente cancerogene” per l’uomo (gruppo 2A). Le conclusioni sono confermate anche nella pubblicazione, avvenuta quest’anno, della monografia Red Meat and Processed Meat, che raccoglie il lavoro degli esperti IARC del Working Group on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Nel 2017 un altro grande studio, effettuato dal National Cancer Institute di Bethesda negli USA, pubblicato sul British Medical Journal aveva rilevato come il consumo di carni rosse e processate sia correlato con un aumento medio di mortalità del 26% per tutte le cause e per nove cause specifiche. La connessione più forte – ricorda ancora l’ex ministro – è emersa con i decessi da epatopatia cronica (aumenta del 230% nei forti consumatori di carni rosse)”.
Appaiono fuorvianti anche le considerazioni sul contenuto di “nutrienti fondamentali per le diverse fasi della vita”, che non è esclusiva della carne bovina, e sul “significativo” apporto di vitamina B12. “È assente negli alimenti vegetali – osserva l’interrogante – ma tra assumerla con un alimento che può favorire l’insorgere del cancro o integrarla che cosa è meglio? I mangimi per animali sono addizionati di vitamina B12, quindi la ‘quantità significativa’ non è così naturale”.
In conclusione, “co-finanziando la campagna di Assocarni sul consumo della carne bovina italiana, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali utilizza i soldi di tutti i cittadini, compresi coloro che non consumano prodotti animali per motivi etici o di salute, per rilanciare uno specifico settore, andando anche in controtendenza rispetto alle affermazioni di fondamentali istituzioni internazionali di tutela della salute”.
L’impegno del governo dovrebbe essere rivolto in tutt’altra direzione. “Quella indicata da tempo – afferma l’on. Brambilla – in due mie proposte di legge. La prima impone a tutte le mense pubbliche e convenzionate col pubblico, in particolare quelle scolastiche, di offrire anche menu vegetariani e vegani. La seconda modifica il decreto del 2008 su istruzione e università prevedendo che siano attivate nelle scuole “iniziative finalizzate alla promozione dell’educazione alimentare, con particolare attenzione alla diffusione della cultura vegetariana e vegana””.