DELFINARI, BRAMBILLA: “MIA PROPOSTA DI LEGGE PER CHIUDERLI”

Il Rapporto sui delfinari in Italia e in Europa, presentato oggi dalla Lav, da Marevivo e dalla fondazione Born Free, “dimostra non solo che le strutture italiane (e le europee prese in considerazione) non sono in regola, ma conferma nell’opinione che ne’ il rispetto delle norme vigenti ne’ l’ introduzione di norme piu’ restrittive risolvono il problema: i delfinari vanno chiusi, senza se e senza ma, com’è avvenuto in altri Paesi europei ed extraeuropei”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando l’investigazione realizzata dalle associazioni animaliste che sollecitano la commissione europea ad avviare una procedura d’infrazione contro il nostro Paese. L’ex ministro rilancia il suo progetto di legge, che prevede il divieto di detenzione e addestramento dei cetacei nel nostro Paese, anche attraverso un video pubblicato sul suo canale you tube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=d45cgsJ-CLU

“Costringere creature altamente intelligenti e sensibili, che vivono in gruppi sociali complessi e possono nuotare anche 160 chilometri al giorno, a vivere confinate in spazi ristretti e ad esibirsi per il divertimento della folla – insiste l’ex ministro – è pura barbarie, che è illusorio pensare di poter mitigare per legge. Ecco perché la mia proposta vieta nel nostro Paese la detenzione e l’addestramento di cetacei e mira alla chiusura dei delfinari esistenti. La casa di questi animali è l’oceano, non certo una vasca di 400 metri quadri per cinque esemplari e 100 metri quadrati per ogni esemplare aggiuntivo: lo standard minimo fissato dall’attuale normativa italiana, considerata ‘generosa’. Come se non bastasse – aggiunge la deputata – i delfini devono imparare ed eseguire ‘numeri da circo’ di fronte a spettatori paganti. Non c’è da stupirsi se lo stress mentale, emozionale e fisico indebolisce il loro delicato sistema immunitario e li porta spesso alla malattia e alla morte. L’elevato indice di mortalità alimenta nuove catture in tutto il mondo, a volte con metodi particolarmente crudeli. Così il cerchio si chiude”.

05 Novembre 2013