“Dalle piazze ai palazzi della politica: quella di oggi è veramente l’ultima chiamata sul caso Green Hill. E confido che i colleghi senatori ascolteranno la richiesta che arriva con tanta chiarezza dai cittadini. Del resto, poche volte abbiamo assistito a mobilitazioni così importanti e che hanno veramente coinvolto l’Italia intera”. Così l’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, commenta la giornata nazionale di protesta contro l’unico allevamento in Italia di cani beagle destinati alla sperimentazione in vivo, organizzata dal gruppo “Occupy Green Hill”, che interessa oggi ben cinquanta città italiane (oltre a diversi presidi internazionali, quale ad esempio quello previsto questo pomeriggio a Berlino, sull’Alexanderplatz). “Migliaia di italiani – prosegue la parlamentare, fondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente – in rappresentanza di milioni di altri che si spendono con tanta generosità non per qualche interesse personale ma semplicemente animati dal desiderio di salvare la vita agli animali. Quello che chiedono ora è semplicemente che venga approvato il testo dell’art.14 della legge comunitaria 2011 così com’è uscito dalla Camera, cioè con modifiche restrittive rispetto alla direttiva europea 2010/63 sull’uso di animali per scopi scientifici tra le quali la norma che ho scritto e che prevede il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati ai laboratori (la cosiddetta norma anti-Green Hill) e l’obbligo di ricorrere all’anestesia durante gli esperimenti. Su questo testo si è espressa favorevolmente, a larghissima maggioranza, la Camera dei deputati, con il parere favorevole di tutte le commissioni coinvolte. Egualmente hanno dato parere favorevole la commissione Igiene e Sanità del Senato, il ministro degli Affari europei Moavero Milanesi e il sottosegretario alla Salute Cardinale. Confido – conclude l’on. Brambilla – che la commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ascolterà la il cuore degli italiani che chiedono diverse tutele per gli animali e non vogliono più la presenza di una fabbrica di morte come Green Hill nel nostro paese. In tanti casi è giunto dall’Italia l’esempio virtuoso che ha saputo dare le linee guida a Bruxelles, così deve essere anche questa volta per quanto riguarda la tutela degli animali”.
Milano, 16 Maggio 2012