“Legale torturare a morte cagnolini indifesi, illegale salvarli da quel crudele destino”. Con la forza e l’immediatezza delle immagini, in occasione della grande manifestazione nazionale contro Green Hill e contro la vivisezione, l’ex ministro del Turismo, On. Michela Vittoria Brambilla, ha voluto oggi richiamare l’attenzione dei colleghi del Senato sull’ “eclatante contraddizione tra leggi obsolete e superate dalla scienza, come quelle che regolano la sperimentazione animale nel nostro Paese, e ciò che la coscienza degli italiani reclama a gran voce”. In occasione della grande manifestazione nazionale prevista oggi a Roma, alla quale lei stessa ha partecipato, l’on. Brambilla ha presentato davanti all’ingresso principale del Senato il manifesto ufficiale della campagna “Vogliamo una vera giustizia”, che distribuirà personalmente ai senatori, chiedendo loro di appoggiare la norma da lei scritta per chiudere Green Hill e contenuta nell’art. 14 della legge comunitaria licenziata dalla Camera, che prevede il “divieto di allevamento di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione su tutto il territorio nazionale”. Il manifesto contrappone l’immagine di alcuni cani sottoposti a tortura in un laboratorio di vivisezione, sulla quale compare la scritta “legale” di colore verde, a quella di un cucciolo tra il filo spinato e le mani degli animalisti al momento della sua liberazione dall’allevamento lager, il 28 aprile scorso, con la scritta in rosso “illegale”. “Vogliamo una vera giustizia”, é il messaggio della campagna. L’on. Brambilla, inoltre, ha denunciato le “manovre di palazzo” che, contro la volontà popolare, hanno portato ad un vero e proprio “sequestro” della legge “salva-beagle” nella commissione XIV del Senato ( Politiche dell’Unione europea) dove viene tenuta bloccata, con il resto della legge comunitaria, da oltre tre mesi. Nei giorni scorsi la Federazione Italiana Associazioni Animali e Ambiente aveva puntato l’indice contro il tentativo, di cui é promotrice una senatrice del Pd, di stralciare l’art.14 con la norma anti-Green Hill, per “riaprire i giochi” su un testo che ha già ottenuto l’amplissimo consenso della Camera, quello del governo e delle commissioni di merito in entrambe le Camere.