LEONI SOPPRESSI ALLO ZOO DI COPENHAGHEN, BRAMBILLA: “ASSURDO ANIMALICIDIO”

Il “nuovo, assurdo animalicidio” nello zoo di Copenhaghen, dove sono stati uccisi due leoni anziani e due cuccioli perché “serviva spazio”, non solo ripropone l’esigenza di una normativa a livello europeo contro la cattività degli animali (e di impegni precisi in tal senso da parte dei candidati alle elezioni del 25 maggio) ma rende ancor più urgente una risposta all’interrogazione che ho presentato nei giorni scorsi per sapere quanti animali siano stati soppressi negli zoo italiani negli ultimi cinque anni, che età avevano, a quale specie appartenevano, quali erano le loro condizioni di salute, quali le motivazioni alla base della decisione di sopprimerli.

L’interrogazione prende spunto da un’intervista del direttore esecutivo dell’Associazione europea degli zoo e acquari (Eaza) Lesley Dickier, ripresa anche da “media” italiani, secondo la quale ogni anno negli zoo europei vengono uccisi fra i tremila e i cinquemila animali. Il numero preciso, spiega il direttore di EAZA, non è certo, «perché in molti casi nei registri delle morti non viene indicata la motivazione della soppressione» ed è ragionevole pensare che non tutte queste uccisioni vengano effettuate poiché l’animale è gravemente malato e non recuperabile.

La parlamentare di Fi ricorda che il ministro dell’Ambiente deve esercitare le funzioni di controllo che gli sono attribuite dal decreto legislativo 21 marzo 2005 n.73 “Attuazione della direttiva 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici”. Nel nostro Paese, infatti, la soppressione di un animale in uno zoo, non certificata per gravi e irrimediabili dati medico-veterinari, è sanzionata dall’articolo 544-bis del codice penale con le caratteristiche indicate anche da sentenze della Corte di cassazione che hanno ben definito il concetto di «non necessità», quali la recente pronuncia n. 39053/2013 e la precedente n. 15061/2007.

Per quanto riguarda, invece, lo zoo di Copenaghen, e tutti gli zoo dell’Unione europea, “è ora di rivedere norme europee troppo indulgenti verso istituzioni di matrice e carattere ottocentesco come i giardini zoologici”.

Milano, 25 Marzo 2014