“Dare piena applicazione al riconoscimento degli animali come “esseri senzienti”, facendo pesare questo precetto del Trattato di Lisbona nel processo di formazione ed emanazione delle norme comunitarie, a partire dalla già annunciata «legge quadro europea sul benessere animale»; rafforzare l’ufficio veterinario della Commissione europea; introdurre regole comunitarie per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, con il tassativo divieto di uccidere cani randagi e gatti vaganti, lo sviluppo di progetti di prevenzione tramite la sterilizzazione e l’adozione, l’identificazione via microchip e la registrazione obbligatoria collegata a un sistema di tracciabilità europea, il contrasto al traffico di cuccioli e al racket dei combattimenti fra cani.
Sono alcune delle richieste contenute nella mozione di FI sulla tutela dei diritti degli animali in Europa, depositata dall’ex ministro Michela Vittoria Brambilla e discussa oggi alla Camera. Grazie a questo documento d’indirizzo, per la prima volta il nostro Parlamento affronta il tema nell’ambito di un semestre di presidenza dell’Unione. Il dispositivo originario sarà integrato con la richiesta di non catturare l’orsa Daniza, che la Provincia autonoma di Trento vuole imprigionare permanentemente, e in generale di confermare il pieno sostegno del nostro Paese ai progetti europei Life per la tutela della fauna selvatica. “Con il recente rifiuto di abolire i richiami vivi e le concessioni ai cacciatori nel decreto competitività – osserva l’on. Brambilla – questo governo e questa maggioranza hanno confermato di non tenere in alcun conto il rispetto dei diritti degli animali e la loro tutela. Il dibattito a Montecitorio dà loro l’opportunità di riscattarsi e di “cambiar verso”, finalmente. L’esecutivo si dia una mossa e accolga le nostre richieste”.
La mozione sollecita anche una legislazione “che renda l’UE libera dalla prigionia degli animali per fini ludici”, il divieto di uccidere animali selvatici sui territori di «Rete Natura 2000», la proibizione di importare e commercializzare “specie invasive aliene” e “metodi incruenti” per il loro contenimento, “il riconoscimento e l’utilizzazione dei metodi sostitutivi di ricerca all’uso di animali e l’estensione del divieto di test animali previsti per i cosmetici ai prodotti di detergenza e loro ingredienti”; l’emanazione di norme che prevedano “standard obbligatori minimi” negli allevamenti che si applichino alle specie oggi prive di specifiche norme di tutela, come mucche, conigli, tacchini, pesci, e la definizione di una legislazione che vieti la clonazione degli animali per la produzione di cibo; l’armonizzazione del mercato interno, estendendo a livello comunitario il divieto di allevamento di animali per la principale finalità di ottenere pellicce, già adottato da alcuni Stati membri; una conferenza sull’applicazione della direttiva 1999/22/CE sulla detenzione degli animali nei giardini zoologici a quindici anni dalla sua emanazione e una conferenza per la presentazione e lo studio delle condizioni scientifiche ed economiche per la revisione del regolamento (CE) n. 1/2005, che disciplina i tempi di viaggio e la densità del trasporto degli animali a fini commerciali.
04 Settembre 2014