“Il ricorso ad un gesto estremo come è lo sciopero della fame è il chiaro segno di quanto sia elevato ormai, nell’opinione pubblica, il livello di indignazione verso la fabbrica di morte chiamata Green Hill”. Con queste parole l’ex ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, commenta la protesta messa in atto dagli animalisti, autodefinitisi “cani sciolti”, che da una settimana digiunano all’aperto sulla piazza del municipio di Montichiari per chiedere la chiusura dell’unico allevamento sul territorio nazionale di cani Beagle destinati alla sperimentazione in vivo.
“Tutta la mia stima ed il mio ringraziamento – afferma l’on. Brambilla – vanno a coloro che, per anni, hanno sostenuto con varie iniziative questa battaglia. E oggi, in particolare, a queste persone che sono rimaste giorno e notte in piazza al freddo, portando avanti lo sciopero della fame per dare voce a chi voce non ha. Sono persone – spiega l’on. Brambilla, accolta con grande affetto da tutti gli animalisti presenti alla conferenza stampa dei “cani sciolti”, questa mattina – che provengono da diverse Regioni d’ Italia. C’é chi fa la casalinga, chi é insegnante, chi fa l’operaio, chi il paramedico, chi la cuoca. Sono espressione di un’intera società, offesa nei propri sentimenti dalla tragedia di creature innocenti condannate a morte nella maniera più atroce. Di questa diffusa indignazione – prosegue – ho voluto rendermi interprete, con tutte le iniziative che il mio ruolo mi ha permesso e mi permette di assumere, per fermare definitivamente un orrore che non può più trovare spazio in un grande paese civile quale è l’Italia”.
Nelle scorse settimane, infatti, l’ex ministro del Turismo ha presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica e ai Nas perché fossero accertate violazioni alle normative in tema di maltrattamento di animali e fossero conseguentemente adottati immediati provvedimenti, compreso – se necessario – il sequestro degli animali. Inoltre, l’on. Brambilla ha recentemente ottenuto in Commissione Affari sociali, l’approvazione del suo emendamento alla legge comunitaria 2011, presto all’esame dell’assemblea di Montecitorio, che vieta, su tutto il territorio nazionale, di allevare cani, gatti e primati destinati alla vivisezione. “Lo stabilimento Green Hill dovrà essere chiuso, prima di tutto per motivi di ordine morale. Perché offende il cuore di milioni di italiani che amano gli animali e vogliono vederli rispettati”, ricorda ancora l’on. Brambilla, che ha assunto con la propria associazione animalista, la Lega Italiana per la Difesa degli Animali (Le.I.D.A), la responsabilità del presidio di Montichiari, richiedendo la prescritta autorizzazione agli uffici competenti.
“Il gioco dello scaricabarile – conclude l’ex ministro del Turismo – è finito. Tutti i soggetti a vario titolo deputati ad intervenire su Green Hill devono rispondere davanti all’Italia intera delle proprie azioni o delle proprie omissioni. Questa vergogna nazionale deve essere cancellata per sempre. E io posso garantire – conclude Michela Vittoria Brambilla – che non darò tregua alla Green Hill e a chi da anni cerca di proteggerla fino a che questa fabbrica di morte non sarà fermata. Quelle creature innocenti hanno diritto al calore di una famiglia, non possono concludere la loro breve vita tra atroci sofferenze, sacrificate nei laboratori di mezza Europa”.
Milano, 08 Dicembre 2011