SFRUTTAMENTO (CIRCHI E SPETTACOLI ITINERANTI)
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Divertiamoci tutti! Diciamo no al circo con animali.
In circa 7900 Comuni italiani hanno luogo “feste” o “palii”, di più o meno antica istituzione, di fama locale o globale (come il Palio di Siena), che utilizzano animali: cavalli, maiali, buoi, oche, colombe, perfino rane e serpenti. Gli involontari protagonisti non si divertono affatto e quasi sempre rischiano, e spesso perdono, la vita. La “tradizione”, sempre invocata in questi casi, non può mai giustificare crudeltà e sofferenze inflitte ad altri esseri viventi solo per il divertimento del pubblico.
Il principio vale a maggior ragione per i circhi. Nel nostro paese non c’è un Registro Nazionale pubblico delle imprese circensi e degli animali che ci “lavorano”. E’ tuttavia attendibile la stima di circa 2000 animali, tra cui moltissimi esemplari di specie in via di estinzione, detenuti in un centinaio di circhi. Non solo sono costretti a vivere in condizioni incompatibili con le loro esigenze etologiche e addestrati a compiere esercizi innaturali – avete mai visto un elefante andare a spasso su due zampe? – ma compiono viaggi lunghissimi, anche migliaia di chilometri, in gabbie anguste e camion spesso inadeguati.
Il nostro codice penale, all’art.544-quater punisce “chiunque organizza o promuove spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie o strazio per gli animali” con la reclusione da quattro mesi a due anni e con la multa da 3.000 a 15.000 euro.
Ma questa disposizione, come tutte quelle del titolo IX bis del Codice penale, non si applica “alle manifestazioni storico-culturali autorizzate dalla Regioni” e ad una serie di attività umane regolate da leggi speciali, tra cui l’attività circense (art. 19 ter disp. Coord. c.p.). Ciò non significa impunità totale, perché numerosi sono stati, in materia, gli interventi, preventivi o successivi, della magistratura. Per regolamentare in parte le manifestazioni popolari che utilizzano animali e tutelare le specie più coinvolte, dal luglio 2009 (governo Berlusconi IV) è stata più volte reiterata un’ordinanza biennale a tutela degli equidi la cui ultima versione risale al 7 agosto 2014. Vi è sancito l’importante principio che i tracciati debbono possedere “requisiti di sicurezza e salute” per fantini e cavalli.
Altri Stati d’Europa e del mondo hanno giù vietato o limitato l’utilizzo di animali nei circhi. Nulla del genere in Italia, dove la norma di riferimento continua ad essere la legge 337/1968: una legge di quasi cinquant’anni fa che consente ai circhi, che utilizzino animali o meno, di attendarsi ovunque. Non fa distinzione neppure la norma (l.163/1985) che assegna a circhi e spettacoli viaggianti, con o senza animali, una quota annuale del Fondo unico per lo spettacolo. Benché il 71,4 per cento dei cittadini (Rapporto Eurispes 2016) sia contrario allo sfruttamento degli animali sotto i tendoni, lo Stato finanzia ancora i circhi con animali!
La Lega Italiana per la difesa degli Animali e dell’Ambiente si oppone con ogni mezzo lecito allo sfruttamento degli animali, a maggior ragione per fini di divertimento e spettacolo. Da ministro del Turismo, la presidente Brambilla riuscì a bloccare sul nascere la candidatura del Palio di Siena a “patrimonio dell’umanità” dell’UNESCO.
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