TRAFFICO CUCCIOLI

Non tutti sanno che dietro agli occhi dolci di un cucciolo di razza possono nascondersi tante sofferenze e un ignobile commercio che frutta, ai criminali che lo gestiscono, la bellezza di 300 milioni di euro l’anno. 

Il traffico ha origine nell’Est Europa, in piccoli allevamenti a conduzione familiare o in vere e proprie “fabbriche di cuccioli” dove centinaia di fattrici vengono sfruttate per la riproduzione in condizioni disumane: relegate in box piccolissimi e con il poco nutrimento che serve loro per sopravvivere. I loro piccoli vengono strappati loro a circa un mese di vita – con gravi conseguenze emotive e di salute – e vengono caricati su camion e furgoni per interminabili viaggi della morte spesso senza cibo e acqua (uno su due non sopravvive per il caldo, la fame, gli stenti). Acquistati per poche decine di euro sono rivenduti fino anche a più di mille.

Di fronte a questo orrore gli strumenti normativi non si dimostrano sempre all’altezza. La legge di ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia (n. 201/2010), in vigore dal novembre 2011 – peraltro nata con l’obiettivo di armonizzare l’approccio normativo dei paesi membri del Consiglio d’Europa, ma incredibilmente ratificata dal Parlamento italiano ben ventitré anni dopo la sua firma a Strasburgo, nel novembre 1987 – introduce nel nostro ordinamento un nuovo reato, il traffico illecito di animali da compagnia, per contrastare il deplorevole fenomeno dell’importazione clandestina di cuccioli dall’est europeo. Se gli animali sono privi di sistemi per l’identificazione individuale, e delle necessarie certificazioni sanitarie, il traffico è punito con la reclusione da tre mesi a un anno e con la multa da 3mila a 15.000 euro, aumentata nel caso abbiano meno di dodici settimane, mentre per l’introduzione illecita, il trasporto e la cessione dei cuccioli, di cane e di gatto, è prevista una sanzione amministrativa fino a mille euro per ogni animale introdotto, e di 2mila euro nel caso abbiano età inferiore ai tre mesi. È uno strumento normativo perfettibile, ma importantissimo per contrastare il traffico illegale, alimentato dalla domanda di cani e gatti di razza.

Per questo la presidente della LEIDAA, on. Brambilla, ha proposto una modifica di legge – AC 335 “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” – per aumentare le pene non solo per chi maltratta e uccide ma anche per il traffico di cuccioli.

Non è tutto. Durante vari periodi dell’anno, e in particolare all’avvicinarsi alle festività natalizie, LEIDAA svolge importanti campagne per l’adozione. “Non alimentate il traffico illegale di cuccioli dall’est europeo. Che festa è quella che ignora la sofferenza di piccole creature indifese?” ha fatto più volte appello l’on. Brambilla dai principali media italiani. “Perché acquistare cuccioli di razza quando tanti meravigliosi trovatelli attendono una nuova vita nei canili? Meglio recarsi nel rifugio più vicino e farsi scegliere da quello che diventerà il proprio adorato amico a quattrozampe piuttosto che inseguire annunci su internet o improbabili allevatori che propongono “consegne” ai caselli delle autostrade”.

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