“Grande soddisfazione” per la svolta epocale del gruppo Armani, che ha deciso di rinunciare completamente all’uso delle pellicce, è stata espressa dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ringrazia Giorgio Armani per aver accolto il suo appello e quello dei tanti amanti degli animali. “La scelta compiuta da un’impresa che rappresenta l’Italia nel mondo – spiega l’ex ministro – è un segnale per tutto il settore: non ha più senso utilizzare prodotti che hanno come sottostante le sofferenze degli animali. Ma è un segnale anche per il Parlamento: il nostro Paese segua finalmente l’esempio dei partner europei, come l’Olanda, che a vario titolo hanno già optato per una “moda etica”, vietando l’allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce. Esattamente ciò che chiede una mia proposta di legge depositata all’inizio della legislatura, “Divieto di allevamento, cattura e uccisione di animali per la produzione di pellicce”. Esattamente ciò che chiede la stragrande maggioranza degli italiani (l’86,3 per cento secondo l’ultimo rapporto Eurispes)”.
“La pelliccia – sottolinea l’ex ministro – è un indumento volgare, ormai bandito dal bon ton e, come sottolinea Armani, superato dal progresso tecnologico. E’ inaccettabile, infatti, che in nome del lucro, del capriccio e della vanità, milioni di animali ancora soffrano nelle gabbie degli allevamenti o siano strappati al loro ambiente naturale, e uccisi. Non più funzionale a riparare dal freddo, la pelliccia è più che altro una vergogna, qualcosa di cui possiamo e dobbiamo fare a meno.
La proposta di legge Brambilla prevede la dimissione degli allevamenti esistenti, l’affidamento degli animali ad associazioni protezionistiche o, se possibile, la loro reimmissione in natura, l’estensione delle fattispecie di reato previste dall’articolo 544 bis (uccisione di animali “per crudeltà o senza necessità”) del Titolo IX-bis del codice penale (“Dei delitti contro il sentimento per gli animali”) alle attività di allevamento, cattura e uccisione di animali per la principale finalità di utilizzarne pelliccia.
Inoltre, in aggiunta alle pene già previste per la violazione dell’articolo 544 bis del codice penale, ovvero la reclusione da tre a diciotto mesi, la proposta di legge prevede che chiunque allevi animali con la finalità di commercializzarne le pellicce o produca, commercializzi a qualunque titolo pellicce ricavate da animali allevati, catturati o uccisi in Italia sia punito con l’ammenda da euro 1.000 a euro 5.000 per ciascun animale. Ne conseguono la confisca degli animali vivi e la distruzione del materiale di origine animale prodotto in violazione della legge.
Milano, 22 Marzo 2016