Sul caso dei venti beagle consegnati all’impresa Aptuit di Verona e destinati a subire esperimenti in vivo, le associazioni animaliste vogliono chiarezza. Perciò Enpa, Lav, Leidaa, Lndc e Oipa hanno presentato al Comune scaligero un’istanza di accesso civico agli atti per sapere quale sia stata e sia l’attività di autorizzazione, concessione e controllo svolta dall’amministrazione sull’impiego degli animali.
In particolare, le associazioni chiedono documentazione sulla provenienza dei cani, se arrivino da uno stabilimento autorizzato all’allevamento di animali per la sperimentazione; le singole cartelle di ogni beagle con il relativo microchip,;l’autorizzazione a effettuare test con i cani e la relazione sulle motivazioni del loro utilizzo; l’autorizzazione dello stabulario e infine se sia stato disposto un controllo sanitario per valutare le condizioni di detenzione degli animali.
In premessa, le associazioni richiamano le disposizioni del decreto legislativo n.26 del 4 marzo 2014, che disciplina la sperimentazione animale nel nostro Paese, l’articolo 18 bis del regolamento per la tutela del benessere animale del Comune di Verona, che “incoraggia attività di liberazione e reinserimento degli animali utilizzati o destinati ad essere utilizzati in procedure di sperimentazione”, e il concetto-base di animali come esseri senzienti sul quale poggia la giurisprudenza in materia di tutela.
«Sono troppi i silenzi e le zone d’ombra che circondano questa vicenda», dichiarano le associazioni. «La sperimentazione animale, che noi fermamente condanniamo, pone problemi etici che interrogano, o dovrebbero interrogare, tutti. E sull’avvio degli esperimenti la trasparenza è d’obbligo».
Le associazioni ricordano, infine. che l”Europarlamento ha appena approvato una risoluzione che chiede un piano d’azione per il superamento della sperimentazione animale e l’implementazione di metodi alternativi.