Il piano di abbattimento dei cervi del Cansiglio, in Veneto, è “del tutto illegittimo”, quello dei cervi della Colmen, in Valtellina, “ingiustificato e inutile”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, che invita le amministrazioni competenti a rivedere provvedimenti “destinati a compiacere le doppiette piuttosto che a risolvere problemi”.
Per quanto riguarda la foresta del Cansiglio, zona protetta dalle norme europee (SIC e ZPS) tra le province di Treviso, Pordenone e Belluno, l’ex ministro ha già evidenziato – in un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e della Politiche agricole – le due ragioni per cui il piano è illegittimo: non sono disponibili dati scientifici relativi al numero di cervi effettivamente presenti (si parla di 1.200 o 2 mila esemplari, rei di “rubare” il foraggio alle aziende zootecniche, ma nessuno li ha contati) e la decisione di abbatterli è stata presa senza verificare preventivamente l’eventuale inadeguatezza dei sistemi incruenti, come previsto dalla legge sulla caccia (157/1992).
Sulla Colmen, invece, rischiano la vita 50 dei 250 cervi censiti, perché causa, secondo la Provincia, di un aumento degli incidenti stradali. La strage è già cominciata. “Appare del tutto improbabile – osserva l’onorevole – che l’uccisione di alcune decine di esemplari induca gli altri ad abbandonare la zona. Sarebbe più logico convogliare gli animali, con recinzioni e passaggi obbligati, verso zone di attraversamento sicure. In generale – conclude – i problemi posti dalla convivenza tra uomo e animali selvatici non si risolvono semplicemente sopprimendo questi ultimi. Non è solo crudele, è troppo comodo”.
21 Ottobre 2013