La Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, rappresentata dall’avv. Claudia Ricci, è stata ammessa come parte civile nella prima udienza del processo, che si è aperto oggi a Brescia, contro i pastori Giacomo e Domenico Romelli, padre e figlio, di Breno, accusati di uccisione di animale in concorso per aver massacrato a bastonate, il 18 luglio 2014, il cane meticcio Moro, 18 mesi, di loro proprietà. A incastrarli furono le foto scattate di un escursionista di passaggio in Malga Bazena. Nella denuncia presentata dalle associazioni animaliste si affermava anche che il fatto sarebbe accaduto sotto gli occhi del figlio minore del Romelli, 12 anni, costretto ad assistere alla violenza.
Dopo l’ammissione delle parti civili – oltra alla Leidaa, l’hanno ottenuta Enpa, Lav e Leal – è stato ascoltato come testimone il veterinario Asl che aveva recuperato la carcassa dell’animale, occultata. Nella prossima udienza, fissata per il 9 dicembre, toccherà ai testimoni della difesa, un altro pastore e il veterinario di parte. La tesi difensiva, a quanto sembra, è che l’animale era epilettico ed era diventato violento. Perciò i Romelli sarebbero stati costretti a difendersi. Le foto scattate raccontano però un’altra storia e le parti civili sono pronte a controbattere con la testimonianza di un comportamentista e riferimenti ad articoli apparsi su riviste scientifiche.
L’uccisione di Moro, documentata per immagini, aveva suscitato forte impressione sull’opinione pubblica e scatenato l’indignazione delle associazioni animaliste. Il sindaco di Breno, a caldo, aveva promesso di togliere la malga ai Romelli.