A Correzzana (Monza) non arriveranno altri macachi destinati alla sperimentazione in vivo. Lo riferisce l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, dopo aver visitato, ieri, lo stabilimento della multinazionale Harlan dove sono detenute le 104 scimmie arrivate nei giorni scorsi e dopo un suo lungo colloquio telefonico con David Broker, il presidente della multinazionale per il settore RSM ( “Research, models and services”). I macachi, sistemati nella struttura per il periodo di quarantena, sono destinati ai laboratori di un unico cliente straniero. Ma la loro sorte potrebbe anche cambiare. Il presidente Broker ha, infatti, deciso di lasciare gli Usa e venire in Italia per incontrare domani mattina l’ex ministro Brambilla, che rappresenterà anche il fronte di tutte le associazioni animaliste impegnate nella battaglia contro la vivisezione. “I metodi alla Frankenstein – sottolinea la deputata – sono residui del passato, comode scorciatoie per le imprese farmaceutiche. Comunque considero l’aver bloccato l’importazione di altre scimmie e l’incontro di domani con il presidente Broker già un primo risultato importante ed una vittoria per tutti coloro che amano gli animali e vogliono vederli rispettati”.
La parlamentare del Pdl si era presentata davanti ai cancelli della Harlan nel primo pomeriggio di ieri, accompagnata da volontari, guardie zoofile, militanti delle associazioni animaliste Enpa, Lav, Leidaa, Lndc e Centopercento animalisti, ed ha atteso qualche ora prima di poter visitare il capannone dove si trovano i macachi, ovviamente in condizioni ben diverse da quelle cui erano abituati in natura. L’ex ministro ha quindi avuto una telefonata di mezz’ora oltreoceano con il presidente Broker, nel corso della quale ha voluto metterlo a conoscenza del fatto che le norme italiane in materia stanno cambiando, con una legge dello Stato e con una norma regionale che vieteranno l’allevamento di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione, ma anche e soprattutto del fatto che è cambiata l’Italia. “Oggi- ha detto l’on. Brambilla – la stragrande maggioranza dei cittadini non è più disposta a tollerare la vivisezione e questi traffici di morte, perché tutto ciò non è in regola con le nostre coscienze e con i nostri sentimenti. E va nella direzione opposta a quella del progresso scientifico che tutti vogliamo perseguire”.
“I metodi alla Frankenstein – continua l’ex ministro – sono residui del passato, comode scorciatoie per le imprese farmaceutiche. Occorre dire con chiarezza che la sperimentazione animale non è solo eticamente inaccettabile ma è anche e soprattutto pericolosa per l’uomo. Negli Stati Uniti, già da anni, nei centri statali per la ricerca tossicologica i dati derivati dal “modello animale”, inaffidabili per noi, sono stati sostituiti con dati specifici per la specie umana, basati sullo studio di cellule e tessuti. Ed è davvero giunto il momento che, anche in Europa, non sia più messa a repentaglio la salute dei cittadini ostacolando l’accesso a metodi di ricerca ben più esaurienti, affidabili e sicuri della vivisezione, permettendo invece che interessi privati prevarichino su quelli della collettività, relegandoci, per quanto riguarda la ricerca biomedica e tossicologica, nelle retrovie del progresso scientifico”.
Il cambiamento epocale verso l’abbandono dei test su animali è stato lanciato e illustrato negli Stati Uniti già nel 2007 dal NRC (Consiglio Nazionale delle Ricerche) con il documento “Toxicity testing in the XXI century: a vision and a strategy”. I progressi della microbiologia consentono di effettuare su colture di cellule umane i test di tossicità, che rappresentano la stragrande maggioranza degli esperimenti su animali. L’agenzia degli Stati uniti per la Protezione ambientale sperimenta gli effetti di composti chimici usati in agricoltura e in altri settori con un robot, descritto da “Scientific american” dell’ottobre scorso, in grado di effettuare migliaia di esperimenti alla volta su colture di cellule umane.
Monza, 01 Marzo 2012