Liberare dalle gabbie gli animali che crescono negli allevamenti europei: questo l’obiettivo della battaglia avviata oggi a Bruxelles, con una mostra e una conferenza all’Europarlamento, per raccogliere le firme necessarie a sostenere l’iniziativa dei cittadini ‘End of Cage Age’ (Fine dell’eta’ delle gabbie). All’evento hanno aderito le oltre cento associazioni da 24 paesi, di cui sedici italiane, compresa la Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, che sostengono la campagna. Per raggiungere il loro obiettivo e costringere la Commissione europea a pronunciarsi sull’opportunita’ di varare una norma Ue ‘ad hoc’, c’e’ tempo un anno: entro questo termine i promotori dell’iniziativa dovranno raccogliere un milione di firme in almeno 7 paesi dell’Unione. “Le specie che oggi sono ancora legalmente allevate in gabbia nell’Unione Europea sono conigli, galline, quaglie, scrofe e vitelli”, spiegano dalla sezione italiana di Compassion in World Farming (Ciwf), una delle organizzazioni promotrici. “Si tratta di oltre 300 milioni di animali ogni anno, costretti a vivere all’interno di un sistema crudele che limita in maniera importante le loro liberta’ e non permette loro di esprimere gli specifici comportamenti naturali”, aggiungono.
Alti standard in questo senso sono promossi nelle legislazioni nazionali, soprattutto di Lussemburgo, Svezia, Germania, Austria, Danimarca e Regno Unito. Gli organizzatori della campagna sono convinti che allevamenti senza gabbie siano realistici, come dimostra l’esperienza della Kipster, azienda olandese molto lontana da un allevamento tradizionale: un’azienda che non ha lesinato negli investimenti nell’innovazione, con il contributo di una importante catena della grande distribuzione. Kipster alleva galline ovaiole in capannoni hi-tech con soffitti in vetro per mantenere la luce naturale, utilizza energia dai pannelli solari e cresce gli animali in ampi spazi che, all’interno e all’esterno, imitano ambienti ‘naturali’. Un sistema di produzione che, secondo i titolari, puo’ essere praticato anche in altre parti di Europa, per allevamenti da 3.000 a 96.000 capi.
Anche Leidaa si batte per mettere fine all”epoca delle gabbie” nell’Ue. Firmate e fate firmare l’Iniziativa europea dei cittadini sul sito:
https://leidaa.endthecageage.eu/?cage=cages
E’ importante! Facciamoci sentire! Attenzione, occorre documento di identità”