Maltrattamenti in famiglia e uccisione di animali. Sono i reati per i quali l’on. Michela Vittoria Brambilla, deputata di Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha denunciato oggi l’uomo che a Roma, il 19 aprile, come riportato praticamente da tutti gli organi di stampa, ha ucciso il cane del figlio della convivente, una femmina di Jack Russell di nome Lilly, gettandola dal settimo piano.
Nella denuncia-querela, predisposta dai legali dell’onlus, si chiede all’autorità giudiziaria, trattandosi di un’ipotesi di violenza assistita a danno di un minore, di provvedere, anche d’ufficio, ad adottare le necessarie misure “in materia di responsabilità genitoriale”, compreso l’allontanamento del responsabile dalla casa familiare.
La letteratura scientifica – si legge nella querela – evidenzia come nell’ ambito della violenza domestica o nei casi di stalking il maltrattamento di animali sia un indicatore specifico di potenziali successive violenze fisiche e/o psicologiche su soggetti deboli, come donne, minori e anziani, esposti ad atti violenti da parte dell’abusante 7,6 volte in più dei contesti in cui gli animali non vengono minacciati o abusati. “Il caso in oggetto – conclude il testo – si configura, ad avviso della scrivente, come perfetta espressione del paradigma per cui l’ uccisione di animali non è mai da interpretare come fenomeno isolato, bensì come anello di una catena di violenze interpersonali”. Una catena che dev’essere spezzata.