Lo chiede l’on. Michela Vittoria Brambilla (FI) con un’interrogazione al ministro dell’Ambiente depositata nei giorni scorsi, dove domanda, inoltre, “quali altre urgenti iniziative” intende intraprendere il ministro per esercitare le funzioni di controllo che gli sono attribuite dal decreto legislativo 21 marzo 2005 n.73 “Attuazione della direttiva 1999/22/CE relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici”.L’interrogazione, dopo il caso della giovane giraffa Marius uccisa allo zoo di Copenhaghen perché “in soprannumero”, prende spunto da un’intervista del direttore esecutivo dell’Associazione europea degli zoo e acquari (Eaza) Lesley Dickier, ripresa anche da “media” italiani, secondo la quale ogni anno negli zoo europei vengono uccisi fra i tremila e i cinquemila animali. Il numero preciso, spiega Lesley, non è certo, «perché in molti casi nei registri delle morti non viene indicata la motivazione della soppressione» ed è ragionevole pensare che non tutte queste uccisioni vengano effettuate poiché l’animale è gravemente malato e non recuperabile. Nel nostro Paese, la soppressione di un animale in uno zoo, non certificata per gravi e irrimediabili dati medico-veterinari, è sanzionata dall’articolo 544-bis del codice penale con le caratteristiche indicate anche da sentenze della Corte di cassazione che hanno ben definito il concetto di «non necessità», quali la recente pronuncia n. 39053/2013 e la precedente n. 15061/2007.”E’ importante – sottolinea l’on. Brambilla – che il ministero dell’Ambiente svolga con puntiglio il suo ruolo di controllo sulle condizioni degli animali detenuti negli zoo. Il caso della giraffa uccisa a Copenhaghen, che ha avuto risonanza mondiale, e l’intervista del direttore dell’Eaza destano legittime preoccupazioni nell’opinione pubblica, perciò è bene fare chiarezza”.
14 Marzo 2014