Nel caso di Camilla, la ragazza non vedente che studia “fuori sede” a Bologna e dovrà lasciare l’appartamento perché il suo cane-guida non è gradito, “spiace dover registrare l’insensibilità di chi non tiene conto delle esigenze vitali di una persona disabile”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente.
“Fin dal 1974 – ricorda la deputata – una legge civilissima garantisce il diritto del non vedente a farsi accompagnare dal proprio cane guida sui mezzi di trasporto pubblico e nei pubblici esercizi, prevedendo sanzioni pecuniarie per chi gli impedisca l’accesso. Qui siamo nella sfera privata: senza entrare nel merito di eventuali controversie, dovrebbero essere sensibilità e umanità a motivare le decisioni. Tanto più che, a quanto riferiscono gli organi di stampa, il cane fino a questo momento ha vissuto con la studentessa. Che cosa è cambiato? Certo non le esigenze di una persona che non ci vede. Faccio appello al proprietario dell’immobile perché cambi idea e consenta a Camilla di restare con il suo accompagnatore a quattro zampe”.
“Del resto e più in generale – ricorda l’on. Brambilla – gli animali d’affezione sono membri della famiglia e giustamente la riforma del condominio nel 2012 ha stabilito che “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.