“Sulla morte dell’orsa F36 la giustizia farà finalmente il suo corso. Non posso non ricordare che il compianto dottor Rainer Schneider partecipò come perito di LEIDAA all’autopsia e rilevò segni inequivocabili sulla carcassa di tanti colpi di fucile alle spalle, il che ci indusse a presentare opposizione all’archiviazione e richiesta al gip di ottenere dal pm la formulazione dell’imputazione coatta nei confronti di due cacciatori indagati. Purtroppo F36 non tornerà in vita, ma ciò che più conta, ora, è ricordare che dal 1.o luglio, con l’entrata in vigore della legge Brambilla, gli animali sono direttamente tutelati dalla legge penale e che le autorità non potranno non tenerne conto. Molto probabilmente F36 è stata vittima del clima d’odio verso i plantigradi alimentato ad arte dalla giunta Fugatti, per evitare uno scomodo giudizio davanti alla Corte europea di Lussemburgo e mascherare la propria incompetenza politico-amministrativa, evidenziata da ultimo con il trasferimento in Germania dell’orsa JJ4: di per sé simbolo del colossale fallimento di un’intera classe dirigente nella gestione degli orsi. Chi medita “vendette private” contro i grandi carnivori sappia che la legge Brambilla sui reati contro gli animali ha modificato il nostro ordinamento e rafforzato anche la tutela degli orsi, che peraltro sono specie protetta”. Lo ricorda l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente edella Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.
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