La lettera ai ministri – ha dichiarato l’on. Brambilla – è stata scritta proprio per evitare che si perda l’occasione di disegnare un nuovo progetto di assistenza sanitaria fondato davvero sul principio dell’unicità della salute, umana e animale. “Tra le azioni propedeutiche al raggiungimento del questo traguardo – ha detto l’ex ministro – ci sono certamente l’unificazione e l’ammodernamento delle anagrafi canine regionali, di cui ancora non si riescono ad assicurare aggiornamento e interoperabilità nonostante siano previsti dal “piano della performance” del ministero della Salute 2020-22, l’istituzione di anagrafi feline obbligatorie e il censimento delle colonie, l’integrazione dei dati dell’Anagrafe della popolazione residente con quelli degli animali familiari conviventi a formare un nuovo “stato di famiglia”, la revisione dei LEA per includere anche la sterilizzazione degli animali di proprietà, oltre a quella – già prevista – dei cani randagi e dei gatti delle colonie”. L’on. Brambilla ha anche ricordato che “è rimasta inattuata la disposizione di legge (art.13 Legge 20 novembre 2017 n.167) che prevedeva il passaggio dell’anagrafe degli equidi dal Ministero per le Politiche Agricole al Ministero della Salute.
Quanto alla riforma degli articoli 9, 41 e 117 della Costituzione, per la quale la commissione Affari costituzionali del Senato ha adottato un testo base definito dall’on. Brambilla “molto innovativo” e “di portata storica”, l’ex ministro ribadisce l’appoggio alla nuova formulazione dell’art. 9: oltre al paesaggio e al patrimonio storico e artistico della Nazione, la Repubblica “tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni; protegge la biodiversità e gli animali”. Si tratta peraltro di una previsione presente anche in un ddl a prima firma Brambilla e da lei depositato per tre legislature alla Camera dei deputati.