TRAFFICO SPECIE PROTETTE, LEGA ITALIANA DIFESA ANIMALI E AMBIENTE: “NECESSARIE PENE PIÙ SEVERE”

“L’operazione condotta oggi in Calabria dai carabinieri forestali contro il bracconaggio è l’ennesima dimostrazione che il traffico di specie protette è una delle voci più importanti dell’economia illegale, anche nel nostro Paese. Ringraziamo la magistratura e le forze dell’ordine per il loro impegno contro questi gravi crimini, che meriterebbero sanzioni più severe”. Lo scrive in una nota Simona Bazzoni, responsabile organizzativo della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, fondata e presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla.

“La relativa tenuità delle sanzioni, la sopravvivenza di antiche abitudini e la domanda del “mercato” – prosegue Bazzoni – contribuiscono alla diffusione dei crimini di natura, soprattutto quando sono coinvolte specie protette,  e rendono la pratica del bracconaggio particolarmente appetibile per le organizzazioni criminali. Perciò occorre rafforzare le sanzioni. Come previsto nella proposta di legge depositata dalla nostra presidente, l’on. Brambilla, che, tra le altre cose punisce “chiunque, in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, prelevi in natura, catturi, riceva o acquisti, offra in vendita o venda uno o più esemplari di specie animali protette, ne cagioni la morte o la distruzione, importi, esporti, riesporti sotto qualsiasi regime doganale, faccia transitare, trasporti nel territorio nazionale, ovvero ceda, riceva, utilizzi, esponga o detenga esemplari di specie di fauna protetta” con la reclusione da un minimo di 2 ad un massimo di 6 anni e la multa da 15 mila a 90 mila euro”.

(Piovanello tridattilo, foto di repertorio)