BENESSERE ANIMALE
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L’impatto dell’epidemia da Covid-19 sul mondo intero, e in particolare sui Paesi sviluppati, ha reso evidenti le lacune del nostro modello di welfare, anche sul fronte della prevenzione.
L’esperienza che stiamo vivendo invita ad applicare in pratica, il concetto di “One health” coniato nel 2004 nella conferenza indetta dalla Wild Conservation Society (Manhattan principles) e poi adottato da tutti gli organismi internazionali che si occupano di malattie trasmissibili: la salute degli esseri umani è legata a quella degli animali e dell’ambiente.
Come LEIDAA crediamo fortemente nell’opportunità di lavorare per un progetto di mutua veterinaria per gli animali familiari che riconosca il valore sociale del rapporto affettivo con gli amici a quattro zampe e copra quantomeno parte significativa delle spese veterinarie sostenute dalle persone meno abbienti, spesso anziani soli.
Altre azioni fondamentali sono l’istituzione di anagrafi feline obbligatorie e il censimento delle colonie, l’integrazione dei dati dell’Anagrafe della popolazione residente con quelli degli animali conviventi per formare un nuovo “stato di famiglia”, la revisione dei livelli essenziali di assistenza per includere anche la sterilizzazione degli animali di proprietà, oltre a quella – già prevista – dei cani randagi e dei gatti delle colonie.
Che gli animali facciano ormai parte delle famiglie degli italiani è certificato, tra l’altro, dal Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes, secondo cui quattro italiani su dieci vivono con almeno un quattrozampe in casa.
Altro tema fondamentale è quello dell’accessibilità. Entrare con il proprio cane in un’area pubblica o in un locale pubblico, in un locale aperto al pubblico o in un mezzo di trasporto pubblico può essere un problema in Italia. Sulla materia non esiste una legge-quadro nazionale e il punto di riferimento resta ancora l’art.83 del vecchio DPR 8 febbraio 1954 n.320 “Regolamento di polizia veterinaria”, propriamente riferito alla profilassi della rabbia, dal quale si desume che per le vie o in luoghi aperti al pubblico si può condurre il cane con guinzaglio o museruola, mentre sussiste l’obbligo di guinzaglio e museruola per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto. Un’altra limitazione di rilievo è contenuta nel regolamento europeo 852/2004 “Sull’igiene dei prodotti alimentari” all.II cap. IX comma 4, che si riferisce alle “imprese alimentari” e vieta agli animali domestici di accedere “ai luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati”, o impone, se l’accesso è autorizzato “in circostanze speciali”, di impedire che esso sia “fonte di contaminazioni”.
Qualcosa però sta cambiando. Grazie anche all’impegno della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e della sua presidente, in questi anni sono stati fatti importanti passi avanti.
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