IL CASO “GREEN HILL”
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Green Hill rappresenta il più grande caso di mobilitazione popolare degli ultimi anni.
Grazie anche all’interesse degli italiani e dei media che hanno seguito e sostenuto con convinzione questa battaglia animalista, oggi l’ultimo allevamento in Italia di cani beagle destinati alla sperimentazione è stato chiuso.
La struttura di Montichiari (BS) era oggetto da tempo di esposti per irregolarità amministrative e reati contro gli animali. L’on. Michela Vittoria Brambilla vi fece un “blitz” quand’era ancora ministro, nel 2011 e, successivamente, l’allevamento fu “violato” da alcuni manifestanti animalisti che il 28 aprile 2012 liberarono decine di cani. Seguirono manifestazioni e cortei di protesta in varie città italiane, compresa Roma (10 mila persone riunite nella capitale il 16 giugno 2012): la maggiore mobilitazione animalista degli ultimi anni. Il 9 novembre 2015 il Tribunale di Brescia condannò 12 degli “assaltatori” per furto aggravato.
Pochi mesi dopo l’irruzione, lo stabilimento fu posto sotto sequestro per ordine della Procura di Brescia, che ha ottenuto la condanna in primo grado dei responsabili, poi confermata in appello. Un processo-bis è aperto contro tre dipendenti di Green Hill e due veterinari di Lonato (Brescia).
Il 23 febbraio 2016 la Corte d’Appello di Brescia ha confermato le condanne emesse in primo grado nei confronti dei vertici della Green Hill di Montichiari (Brescia), l’allevamento di cani beagle destinati ai laboratori chiuso il 18 luglio del 2012 con i sigilli del Corpo forestale dello Stato.
Per vari reati connessi, tra cui il maltrattamento e l’uccisione di animali, il veterinario dello stabilimento, Renzo Graziosi, e l’amministratrice Ghislane Rondot sono stati condannati a un anno e sei mesi, mentre per il direttore Roberto Bravi è stata confermata la condanna a un anno. Confermata anche la
sospensione dall’attività per due anni, e la confisca dei cani (2639), salvati ed affidati alle famiglie richiedenti attraverso alcune associazioni animaliste. La stessa Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente ha trovato casa a oltre 400 cagnolini.
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